Il 2021 è arrivato con lentezza e, ancora oggi, qualcuno non vede molte differenze con il 2020, ma siamo solo a gennaio e i mesi che devono ancora passare sono 11, ma essendo ottimisti, contiamo sul fatto che the best has yet to come, come diceva qualcuno e, per dare un senso migliore a questo inizio dell’anno, Gaiazoe vi racconta quali saranno i trend della moda a base sostenibile per l’anno che è appena iniziato.
La consapevolezza rende i consumatori più attenti
La parola greenwashing è entrata a far parte del dizionario di molti. Se un tempo questa pratica era molto diffusa e sconosciuta ai più, oggi, grazie anche a molti strumenti che i consumatori hanno a disposizione, diventa sempre più difficile fingere da parte delle aziende di essere green. Se fino allo scorso anno, alcune aziende non propriamente sostenibili realizzavano collezioni “conscious”, nel 2021 i consumatori pretenderanno di spendere i propri soldi acquistando prodotti realmente sostenibili (anche dal punto di vista umano, visto che molte aziende sfruttano ancora la manodopera dei Paesi più poveri dove non avvengono controlli e i diritti umani non vengono rispettati).
Il chilometro zero è anche fashion
Chiaramente quella del titolo è una provocazione, ma è anche un messaggio molto chiaro e forte: se vogliamo conoscere la tracciabilità dei capi, acquistare prodotti realizzati nel proprio Paese e puntare, magari su artigiani e piccole imprese, è una opportunità che garantisce vantaggi reciproci. In questo modo, infatti, si supportano le comunità locali.
Indossare i capi almeno 30 volte
L’allungamento della vita di un capo è uno dei modi più pratici per consumare meno e contribuire a rallentare un po’ alla volta la produzione a getto di abbigliamento. Non a caso è nata proprio una iniziativa che si chiama Wear me 30 times che invita le persone a indossare almeno 30 volta un capo, prima di disfarsene (magari si può provare a indossarlo anche di più, o a scambiarlo in uno swap party, visto che ciò che è vecchio per noi può essere nuovo per qualcun altro o usarlo per modificarlo e cambiargli uso).
I negozi e i mercatini dell’usato
Se un tempo gli abiti usati si trovavano all’interno di negozi improbabili che non trasferivano l’idea di igiene, oggi, il second hand è diventato un vero e proprio fenomeno che diverte gli acquirenti per tante ragioni: l’amore per il vintage, il desiderio di fare affari, l’amore per l’ambiente e la consapevolezza che alcuni capi che durano nel tempo sono veri e propri tesori di cui appropriarsi. Vedi, ad esempio Humana in centro a Milano oppure il negozio 20134 Lambrate. Insomma, siete pronti a vestire in modo più sostenibile?