Lo abbiamo scritto più volte: il Covid ha cannibalizzato l’attenzione dei media spostando l’attenzione dal Pianeta a un virus che molto ha a che fare con il maltrattamento della natura ad opera dell’uomo. Per questo, per molto tempo, i giornali e i tg hanno parlato del coronavirus abbandonando il focus sulle emissioni di C02. Come sempre, da qualche tempo a questa parte, Fridays for future riporta l’attenzione sulla questione e infatti per venerdì 9 ottobre 2020 ha indetto uno sciopero nazionale per il clima in tutte le città italiane, invitando “tutte e tutti a scioperare da una giornata di scuola o di lavoro e ad unirsi alla mobilitazione della propria città, o organizzandone una da zero”.
In una nota il movimento ha dichiarato che:
si impegna a “rispettare le disposizioni di sicurezza per la protezione contro il coronavirus. Siamo costretti a tornare in piazza per chiedere alle istituzioni di agire. Nessun governo, men che meno quello italiano, ha cominciato ad affrontare in modo serio i numerosi richiami ed allarmi che la comunità scientifica ci ha fornito fino ad oggi. I politici hanno tutti gli strumenti per comprendere la portata esistenziale dell’emergenza ambientale, climatica ed ecologica che stiamo affrontando. Questa decade è cruciale per la sopravvivenza della nostra società. Le decisioni e le politiche “saranno determinanti per il futuro delle prossime generazioni; il 2020 deve inoltre essere l’anno in cui cominciare a implementare le giuste politiche di transizione ecologica, dove lavorare per avere una speranza di contenere il riscaldamento globale entro i + 1.5 gradi centigradi di aumento medio delle temperature globali rispetto ai livelli pre-industriali. “Siamo ancora in tempo per cambiare tutto, ma c’è bisogno di una legge di bilancio rivoluzionaria, di un’economia non più basata sul Pil, ma sul benessere, di un’Europa che si impegni a ripagare il suo debito con il sud del mondo”.