La Francia si è svegliata verde (Emmanuel Macron, invece, sembra che non abbia avuto un buon risveglio). Ieri, il secondo turno delle elezioni municipali ha cambiato, letteralmente, il colore dei sindaci delle maggiori città francesi che si tingono del verde della sostenibilità e supporto all’ambiente.
Quella che ha vinto stasera è la volontà di un’ecologia concreta, di un’ecologia in azione», ha detto Yannick Jadot, segretario di Eelv.
Questa, dunque, è l’aria che si respira in Francia, ovvero l’aspirazione ( ndr forse il Covid c’entra qualcosa in questa accelerata?) a vivere in un mondo nuovo e sostenibile.
Questo non ci meraviglia, anche perché, se lo ricordate, alle ultime elezioni europee, nella maggior parte dei Paesi che aderiscono all’Unione, i “verdi” avevano riscosso molto successo. L’unico Paese che si connota per una, quasi, assenza di “verdi” è il nostro, ovvero l’Italia. Ed è interessante osservare come, se da un lato aumenta la richiesta in termini economici, sociali, culturali, di maggiore attenzione all’ambiente, questa, dall’altro, non corrisponde ancora a una evoluzione politica che veda una presenza massiccia di partiti o movimenti pro-ambiente.
Dato che le leggi, in un regime democratico, si fanno ancora in Parlamento, sarebbe opportuno che tutte le persone che si professano a favore dell’ambiente, iniziassero a votare di conseguenza, partendo proprio dalle città. E’ lì che, a quanto pare, si inizia a fare la differenza, come in Francia.(Viviana Musumeci)