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Gianluca Saitto l’attenzione allo spreco è sostenibile

La parola sostenibile è, spesso, usata nell’accezione di non inquinante, ma la verità è che il termine, oggi più che mai, è in grado di mettere in discussione qualsiasi tipo di comportamento, e non solo nella moda. Forse l’accezione di “sobrietà” è quella che più si avvicina a un’idea più universale di sostenibilità: la sobrietà nei costumi, negli atteggiamenti, nei comportamenti, nell’evitare gli sprechi in qualsiasi campo coincidono con la sostenibilità. Del resto, si parla spesso di riciclo di plastica e ci si dimentica del consumo energetico che sta dietro questa pratica che, tanto varrebbe la pena eliminare il problema all’origine.

Ed proprio di questo che GaiaZoe ha parlato con lo stilista Gianluca Saitto che, in quanto ad atteggiamenti e comportamenti sobri in fatto di moda, ha qualcosa da dire. Lo abbiamo raggiunto nel suo atelier/negozio a Milano in Via dell’Orso dove ci ha accolto per una chiacchierata informale mostrandoci la collezione spring/summer 2020.

Com’è la collezione che le tue clienti indosseranno la primavera entrante?

Si basa su alcune sfumature cromatiche, in primis dove, il blu Cina la fa da padrone. Sotto forma di sfondo, di corallo marino tendente all’indaco, ma anche in una declinazione pop alla Andy Wharol nell’arte, con delle icone femminili come la Gioconda o la Venere del Botticelli.

Ho giocato con i kimono che sono indossabili in maniera eclettica e che in estate, quando la stagione diventa più calda, sono un ottimo passepartout. Per la stagione primaverile, ci sono le giacche. E quest’anno le mie clienti di qualsiasi età, mi chiedono spalle importanti, a punta. Come se avessero bisogno di una armatura che le protegga.  Alcune delle mie giacche hanno la caratteristica di poterle indossare come vestiti, giacche, cappottini e poi hanno forme geometriche ben definite.

GianlucaSaittoGaiazoe

Come vivi tu il concetto di sostenibilità?

 

lo declino in diversi modi. Innanzitutto detesto ogni forma di spreco.  Ti faccio un esempio: io mangio carne, ma reputo che gli animali debbano essere rispettati. Un tempo, nella cultura contadina, se macellavi un maiale, lo consumavi tutto. Si tributava all’animale quasi una forma di rispetto perché serviva veramente a sfamare le persone. Oggi, se vai in una macelleria, trovi carne che viene macellata a prescindere, ma se non viene consumata, viene gettata via.Di fatto, la vita degli animali che vengono uccisi per la catena alimentare, spesso, è sprecata. Lo stesso vale per la moda. I fashion brand, ad esempio, potrebbero ridurre i margini e il numero di prodotti che vengono immessi sul mercato per non parlare della massa di vestiti che va al macero.

Io con le mie clienti ho un rapporto speciale. Qui nel mio negozio possono trovare la collezione s/s ma già la dalla prossima, troveranno ancora quella a/i ancora in corso. SE entrano e chiedono dei capi della collezione passata, possono trovarli, come del resto, se hanno problemi a usare vecchie collezione realizzate da me, possono portarmi i capi e io li reinvento.

GianlucaSaittoVivianaMusumeciGaiazoe
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E per le collezioni nuove?

Avendo un approccio sartoriale, da couture, non necessito di grandi quantitativi di stoffe e materiali, per questo, spesso cerco avanzi oppure i fornitori mi tengono quantitativi precisi e per questo non vanno sprecati.

Ad esempio, cerco di andare incontro alle clienti che amano gli animali proponendo loro capi in eco-pelle. Ma è anche vero che optare per gli animali non sempre è sostenibile, per questa ragione uso anche la nappa facendo attenzione a ri-usare gli scarti e, con questo approccio, anche essi diventano nobili.

Quest’anno vesti qualcuno al festival di Sanremo come in passato (ndr Gianluca ha vestito Loredana Berté, Patty Pravo, Max Gazze, solo per citarne alcuni)?

No, mi sono preso una vacanza anche perché quando collaboro con questi artisti, solitamente il lavoro inizia molto tempo prima ed è cucito proprio sul personaggio, sul suo modo di concepire l’arte.In questi mesi sono stato contattato per vestire alcuni cantanti, semplicemente dando degli abiti in prestito e questo non coincide con la mia visione di collaborazione artistica che, invece, deve essere un dialogo e un incontro. (Viviana Musumeci)

Gianluca SAitto atelier

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